I campi di concentramento sono stati l’orrore più grande della storia del ventesimo secolo. Lì hanno perso la vita milioni di persone innocenti sterminate dalla follia nazista. Niente a che vedere con i CPR, i centri di permanenza e rimpatrio per gli immigrati senza i requisiti per stare in Italia o che hanno commesso reati. Strutture temporanee, peraltro istituite da governi di centrosinistra alle prese con l’emergenza immigrazione clandestina, che forse non sono la soluzione a tutti i problemi ma che comunque hanno alcuni vantaggi: in primis permettono di non lasciar girovagare sul territorio italiano persone che non hanno titolo di stare in Italia, inoltre evitano che numerosi agenti di polizia siano impiegati per ore, a volte giorni, nei trasferimenti degli immigrati dalle regioni in cui non ci sono strutture per il rimpatrio a quelle dove i centri sono stati realizzati. Eppure c’è chi, in Toscana, associa esplicitamente i CPR ai lager nazisti. E non un cittadino comune, ma un autorevole esponente della Giunta regionale della Toscana. Una forzatura utilizzata dall’assessore per motivare il parere contrario della Giunta regionale alla realizzazione di un Centro di permanenza e rimpatrio anche in Toscana, così come richiesto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. E prima di lui da chi l’ha preceduto, il ministro dell’Interno dei governi Conte II e Draghi (entrambi sostenuti dal Pd) Luciana Lamorgese. E non credo proprio che chi siede al Viminale voglia costruire campi di concentramento, ma che abbia a cuore il rispetto della legalità e si impegni per garantire la sicurezza dei cittadini.
Paragonare i CPR ai lager non solo è un errore politico, ma un orrore storico. L’assessore toscano si vergogni per l’inqualificabile accostamento e soprattutto si scusi con la comunità ebraica e con tutti coloro che hanno perso loro cari nei lager.